Password, ci eravamo tanto odiati
Il rapporto che abbiamo con le nostre password è
conflittuale: da un lato
proteggono i nostri dati , dall'altro
quando sono tante sono difficili da ricordare.
Siamo tentati di usare sempre la stessa, magari la nostra
data di nascita, ma sappiamo che
dobbiamo sceglierne una diversa per ogni sito
e che non devono essere "deboli".
La condizione necessaria, ma non sufficiente, per una buona
password è la segretezza: una password nota
non è sicura.
In secondo luogo, ci sono la
lunghezza e la diversità dei caratteri da
cui attinge: una password corta e formata da pochi simboli,
ad esempio le sole lettere "a" e "b", è facile da
indovinare.
Un ultimo, spesso sottovalutato, criterio è il fatto che le
password contenenti informazioni personali
facilmente reperibili in rete sono le prime tentate dagli
hacker.
Come si misura la sicurezza di una password?
La matematica ci fornisce un metodo oggettivo per valutare
la sicurezza di una password: la sua
entropia. È una funzione matematica che
stima quanto una password è random , cioè
casualmente scelta.
Le parole del vocabolario, ad esempio, hanno una bassa
entropia perché contengono molta struttura per poter essere
pronunciate: basti pensare all'alternanza di vocali e
consonanti. Lunghezza e ricchezza dei caratteri sono altri
fattori che contribuiscono ad aumentare l'entropia di una
password.
L'eterna lotta tra facile da ricordare e difficile da indovinare
Avere password lunghe e complicate ne aumenta l'entropia e,
di riflesso, la sicurezza, ma le rende
molto difficili da ricordare. Oltre ad
eventuali indicazioni e policy di siti e contesti
lavorativi, esistono diversi metodi per bilanciare sicurezza
e facilità di utilizzo. Facciamo un paio di esempi.
Prendiamo un grande insieme, scaricabile da internet, di
parole comuni e numerate. Scegliamone
quattro perfettamente a caso, magari
aiutandoci con i generatori di numeri casuali disponibili
online. Se, nel nostro caso, le parole così estratte sono
"topo" "pila" "metro" "corretto", la password diventa
"topopilametrocorretto". Non lasciamoci ingannare dal fatto
che ci siano solo lettere minuscole: la lunghezza della
password, la grandezza dell'insieme di parole e la casualità
dell'estrazione rendono questo metodo molto sicuro!
Se non abbiamo a disposizione l'insieme di parole, possiamo
ricorrere a un secondo metodo: scegliere una frase che ci
ricordiamo facilmente e
comporre la password con le iniziali delle parole e la
punteggiatura .
Ad esempio, la frase "Dov'è la
Vittoria? Le porga la
chioma, ché schiava di
Roma Iddio la creò!" diventa la
password "D'èlV?Lplc,csdRIlc!": alquanto entropica!
Post-it 2.0: salvare le password in modo sicuro
Tutti questi stratagemmi per creare password sicure non risolvono il problema di doverne inventare una per sito . Per questo ci vengono in aiuto dei software chiamati password manager, che conservano tutte le nostre password opportunamente protette da un'unica, complessa master password. Quest'ultima diventa l'unica da ricordare, dato che possiamo ottenere tutte le altre semplicemente accedendo al programma.
Da ricordare...
Per mettere in sicurezza i nostri dati in modo efficace dobbiamo scegliere password sicure e diverse per ogni sito. L'entropia è una funzione matematica che stima quanto una password sia casualmente scelta ed è usata per misurare la sicurezza di una password. Se le password molto complesse ci sembrano difficili da ricordare, non dimentichiamoci che esistono diversi stratagemmi che possono aiutarci!